Avete presente la flora batterica intestinale? Adesso si chiama microbiota e, secondo le ricerche scientifiche più recenti, il suo equilibrio non è connesso soltanto con la salute della nostra pancia. Ma anche con situazioni apparentemente molto lontane come l’ansia e la depressione. Insomma l’ecosistema di batteri che abita nell’intestino è un partner fondamentale del nostro benessere.

“Il microbiota è necessario perché il nostro corpo funzioni correttamente: regola la digestione, protegge l’organismo da patologie e dall’invasione da parte di microrganismi “cattivi”, educa e modula il sistema immunitario, favorisce la sintesi di alcune vitamine e influenza il funzionamento del cervello”. Lo scrive Maria Rescigno, scienziata italiana tra le maggiori esperte del campo, nel libro Microbiota geniale. “Sono sempre di più le ricerche che confermano come lo squilibrio del microbiota può provocare danno alla barriera intestinale, aprendo le porte a una serie di patologie potenzialmente anche gravi”. Vediamo di capire di più sui nostri microscopici ospiti con l’aiuto della professoressa Rescigno.

Perché il microbiota  è “geniale”?

L’ho definito così perché riceve una nicchia dove vivere che gli permette di avere cibo a sufficienza e sfruttare la situazione. Il nostro sistema immunitario ha un rapporto mutualistico col corpo, si fa mantenere e in cambio contribuisce attivamente al nostro benessere e alla nostra sopravvivenza.

La scienza sta dimostrando l’esistenza di un asse di connessione tra intestino e cervello che ruolo ha il microbiota?

Nel momento in cui digerisce i cibi crea sostanze che mediano il nostro benessere, sostanze che vanno in giro e lavorano per il noi. Queste sostanze sono i postbiotici che derivano dai processi di fermentazione dei cibi. Se tutto funziona bene la parete intestinale ha meccanismi di difesa che permettono di controllare quello che passa, invece in caso di alterazione del microbiota (disbiosi) aumentano i microorganismi potenzialmente dannosi e la parete intestinale si può scardinare permettendo l’ingresso in circolo anche di sostanze sgradite. Quando le molecole indesiderate raggiungono il cervello questo chiude una barriera nel tentativo di proteggersi ed evitare un’infiammazione sistemica. Così il cervello si isola dal resto dell’organismo generando ansia e depressione. Questo meccanismo è associato soprattutto ad alcune patologie croniche intestinali, come la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, ma non sappiamo se si verifichi anche altre situazioni.

Che rapporto c’è tra microbiota intestinale e quello cutaneo?

I postbiotici che vanno in circolo possono raggiungere anche la pelle, allo stesso modo delle sostanze nocive in caso di disbiosi. Il microbiota cutaneo non acquisisce il cibo dall’intestino ma attraverso le cellule della pelle stessa, però se mangi male puoi vederne gli effetti anche qui con i classici brufoletti. L’aggiunta dei postbiotici, sia come integrazione che attraverso i cosmetici, ha un effetto positivo sulla pelle, favorendone l’elasticità e l’idratazione.

Le allergie alimentari sono collegate all’alterazione della flora intestinale?

Le allergie sono un discorso complesso, si possono sviluppare nei primi anni di vita, o più avanti, con una reazione immunitaria anomala a un determinato cibo, spesso legata a una situazione concomitante come può essere un momento di particolare stress. In molti casi però non si tratta di allergie ma di intolleranze, causate da una alterata composizione del microbiota. Ad esempio quando si mangiano verdure, legumi o fibre che provocano gonfiore: qui parliamo di intolleranza, perché non si innesca una risposta infiammatoria.

A proposito di gonfiore, cosa succede in chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile?

Alcune persone hanno un microbiota più fermentativo e un’ipersensibilità alla pressione intestinale che diventa dolorosa. La sindrome da intestino irritabile si divide in 3 categorie, la prima è legata alla costipazione (se si soffre di stipsi), la seconda alla diarrea e la terza è mista. La soluzione è la dieta low FODMAPs in cui si mangiano pochi alimenti che possono fermentare. Però non può essere una soluzione da adottare per sempre poiché altrimenti il microbiota entra in loop negativo in cui diventa sempre meno diversificato. La varietà degli alimenti è infatti molto utile a mantenere sano il microbiota. Io consiglio da una parte di fermentare i cibi per poterli reintrodurre nella dieta e questo si può fare in casa, come spiego nel libro, attraverso la pre-fermentazione con lo yogurt. Così la formazione di gas avviene nella yogurtiera e non nel nostro intestino, e se si utilizzano ceppi particolari di batteri questi possono produrre anche postbiotici che rilasciano sostanze benefiche. In alternativa, se si è spesso fuori casa, si può integrare la dieta con i postbiotici.

I probiotici, cioè i cosiddetti fermenti lattici, non sono tutti uguali: come scegliere quelli giusti?

Bisogna sapere che ogni specie e ceppo va a fare un’attività diversa. Perciò attenzione a riempirsi di batteri che hanno delle loro attività e non sono tutti sempre positivi. Ci deve essere sempre equilibrio tra azione anti-infiammatoria e pro-infiammatoria, tra batteri buoni e patobionti che allenano il sistema immunitario ma possono anche causare infezioni. Suggerisco di seguire i consigli del medico o del nutrizionista per assumere probiotici mirati, in alcuni casi possono essere più indicati i postbiotici che evitano i problemi di stipsi. Un altro consiglio che mi sento di dare è: parliamone, non pensiamo di essere gli unici ad avere un determinato problema. Mi sono resa conto, ad esempio, che la stipsi è molto più generalizzata di quello che si pensa, ma molti si vergognano di parlarne.

Consigli per mantenere in salute il microbiota?

Evitare la combinazione tra grassi animali e zuccheri semplici perché questa è deleteria per il microbiota, dato che fa crescere un microbiota molto aggressivo per la nostra parete intestinale. Per conservare lo stato di salute serve un’alimentazione diversificata. Infatti una dieta ricca di proteine, o una qualsiasi dieta sbilanciata, fa espandere una popolazione di batteri piuttosto che un’altra. Il segreto invece è la varietà.

Se cominciamo a pensare all’alimentazione come a un metodo per stare bene, e non solo per dimagrire, allora abbiamo raggiunto il nostro obbiettivo. Più teniamo sano il microbiota, più curiamo il nostro benessere.

Con la consulenza di Maria Rescigno, professoressa di Patologia generale all’Humanitas, dove dirige l’Unità di immunologia delle mucose e microbiota ed è prorettrice vicaria con delega alla ricerca.

#Be healthy