Formaggi, dessert, yogurt, bevande, pasta, biscotti, persino acqua proteica… vi sarete sicuramente accorte della proliferazione di prodotti alimentari che vantano un apporto proteico potenziato. Ha senso acquistarli? All’inevitabile dubbio risponde il Dr. Cucinotta, dietista e nutrizionista sportivo.

Soltanto un’operazione di marketing o c’è un “valore” nutrizionale?

Alcuni prodotti sono puramente marketing, tipo la mozzarella che ha 20 grammi di proteine contro i 18 dello stesso prodotto non pubblicizzato come proteico. L’unico vantaggio è che scendono i grassi. Invece, per budini, dessert e drink la versione proteica è un’evoluzione positiva: le linee guida della colazione ci dicono che una parte proteica aiuta a regolarizzare la glicemia e a ridurre la fame. Nella cultura italiana usare le proteine salate non è normale, perciò questi prodotti dolci ci avvicinano a un’alimentazione un po’ più sana. In un certo modo, sono l’evoluzione dello yogurt greco che è proteico e andrebbe benissimo (anzi sarebbe la prima scelta) ma tanti non lo gradiscono per una questione di gusto.

Quali prodotti high-protein sono utili, in quali occasioni e a chi?

Li trovo utili da introdurre nella colazione perché è il pasto in cui di solito rimaniamo scoperti dal punto di vista proteico. I budini riprendono i valori dello yogurt greco. Inserirli anche come spuntino può avere senso per lo sportivo professionista che ha esigenze muscolari diverse. L’acqua proteica è un po’ esagerata, a meno che non ci sia una carenza proteica forte, ad esempio nelle persone anziane.

Hanno controindicazioni?

Ci sono da poco tempo perciò non sono ancora pervenuti dati sufficienti per fare studi in merito. Le controindicazioni sono le stesse di tutti i prodotti confezionati: contengono addensanti, coloranti, edulcoranti e additivi che non sono il massimo. Bisogna specificare che non sempre la dicitura “ad alto contenuto proteico” vuol dire che sono state aggiunte delle proteine, ma piuttosto che sono sono stati abbattuti i grassi. (NB. In questo modo aumenta la percentuale di contenuto calorico totale attribuibile alle proteine e si può etichettare il prodotto).

A cosa bisogna prestare attenzione in etichetta?

E’ bene controllare la tabella nutrizionale e verificare che effettivamente le proteine siano in quantità maggiore rispetto a carboidrati e grassi, e che siano effettivamente più alte rispetto allo stesso prodotto non proteico. Può capitare, come nel caso della mozzarella, che la differenza sia minima. Altre volte c’è scritto “ricco di proteine” ma poi, vedi gli hamburger vegani, ci sono più carboidrati e grassi che proteine.

E le proteine in polvere da utilizzare dopo l’attività fisica?

In generale chi fa allenamento in palestra potrebbe soddisfare i suoi fabbisogni con una buona alimentazione, questi prodotti non hanno un di più rispetto agli alimenti della dieta: l’importante è che nel totale della giornata sia soddisfatto il giusto apporto proteico. Si possono però usare come spuntino nei giorni in cui ci si allena per cambiare un pò e fare una merenda golosa mixando quelle al cioccolato con del latte vaccino o vegetale. Diverso è il discorso per gli atleti professionisti che hanno necessità di un apporto proteico importante, a cui le consiglio sempre per favorire un recupero migliore e più veloce dopo uno sforzo intenso.

Con la collaborazione del Dr. Giuseppe Cucinotta, dietista e nutrizionista sportivo

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